Commenti e Biografia

Carlo Rovelli, sulla mostra Betulle.


Marisa Velasco per cultura, professione e vocazione, negli anni ha attraversato gli ambiti di numerose esperienze che vanno dalla progettazione architettonica, al restauro, all'incontro con la musica e la danza, alle sceneggiature, che diventano l'ispirazione e il motore del suo essere oggi pittrice.

Partendo da una base neofigurative, attraversando momenti di pittura materica e istintiva, espressione di segnali decisi e slanci vibranti, giunge ora ad una morbidezza del colore inattesa, che perde il suo tratto naturalistico, diventando suggestione più sobria e meditata.

L'acquisita maturità artistica ed espressiva sostituisce e completa il suo slancio carico ed appassionato con una lirica più misurata. L'artista mantiene nel suo vissuto e nella sua opera la voglia di conoscere, la passione e il fervore per le proprie scelte culturali e professionali, non tralasciando mai l'approfondimento e l'indagine, con un atteggiamento curioso e partecipato, aperto a tutti gli insegnamenti che nel loro succedersi diventano la base unitaria delle sue scelte espressive.

Nella sua pittura si legano le geometrie, i piani, le linee in uno sfondo architettonico, il ritmo e la scansione musicale, il colore insolito ed imprevedibile, raffinato, ora trasparente ora severo.

Nei suoi quadri il vento passa fra le betulle e soffia, il soffio diventa sibilo e il sibilo diventa suono. Le betulle come canne vuote, intuiscono e determinano, rielaborando, il loro passaggio, che adesso è musica, alternanza di pieni e vuoti, scansione fra note e pause, legate in maniera indissolubile. Il risultato è melodia, disposizione orizzontale delle note sulla tela, che ha un colore ora tenue ora più marcato, un timbro deciso e morbido come quello di un flauto.

Il risultato è armonia, sovrapposizione verticale delle note sulla tela, che è geometria, compostezza ed eleganza formale negli accostamenti cromatici.

Dall'equilibrio di masse e toni, dalla qualità delle trasparenze, dalle tessiture prospettiche impeccabili risalta quella rara e robusta virtù: la misura, che non è distacco o indifferenza, ma lineare intarsio di forte sensibilità, capacità tecnica, determinazione del segno, delicatezza di colore.

L'esito di un atteggiamento scrupoloso ed accurato rimane tuttavia molto spontaneo, rivelando in ogni suo tratto un gusto e uno stile davvero raffinato.

Dicembre 2011, Bergamo.

 Sandra Nava, sulla mostra La strategia del Caos.


Dall'ordinata perfezione di un'essenzialità geometrica di ritmi formali e naturali che ne hanno accompagnato precedenti passaggi a questa sorta di indagine a ritroso fra i materiali originari in cui si iscrive il procedere di ogni cosa, Marisa Velasco, cosmonauta anticonformista tra idealità e ragione, immagina tappe di una sperimentazione che individui varchi nascosti verso l'infinito della conoscenza. Tra rigore professionale e passione di ricerca, rompendo consolidate certezze tecniche e concettuali, l'artista affronta le discrasie di una matericità che, risalendo le impronte del caos, possa rintracciare gli archetipi conduttori di quell'armonia segreta che muove la vita e ogni destino. A ritroso, inseguendo orme dalla parte nascosta del naturale, ricolma di tracciabilità sedimentate nel tempo e nello spazio, orizzonti universali di tutti gli elementi, sino all'incrocio misterioso con il relativo della condizione umana inesorabilmente dettata dal principio di inizio e di fi ne. E' il tema straordinario dei vulcani, forze creatrici della natura, visti non solo nell'incontenibile dilagare distruttivo, ma quale atto dirompente di vita, a dar corpo ad una serie di nuovi lavori, per lo più oli su tela, ognuno quasi isola autonoma di una rappresentazione complessa, fluttuante e incantata, oltre i congegni del definito. La materia e il suo prender forma nel ciclo naturale di appartenenza, il conseguente rapporto stesso tra arte e vita, assorbendo intensamente l'attenzione creativa dell'artista, si snodano qui in pagine pittoriche di intensa introspezione etica. Affi dandosi agli strumenti fondanti della pittura, Marisa Velasco affina materia e toni in una serie 

significativa di "variazioni su tema" offerte in efficace compatta performance ad una meditata fruizione. Un diario di viaggio in cui il segno sembra annullarsi nell'amalgama di materie mosse LA STRATEGIA DEL CAOS per incastri tonali modulati e terrosi, ora in sintesi smorzate su fi lamenti e impronte, ora in sottili venature di pietre ed acque di simile natura, da comuni vaganti molecole a saldare nuove terre, rocce, mondi. La collisione terribile tra il fuoco lavico e l'acqua degli oceani crea terra, vita, natura; la forza degli elementi solidifica ed esplode in incastri continui di labirinti, tunnel e colate ricolme di tutti i fattori vitali, incisi e brulicanti di sabbie, marmi, "vetri" spettacolari, sui quali indugiano ammaliati l'occhio e la mano dell'artista, in cauto ascolto di un racconto immenso da un ricco srotolato papiro ancora indecifrabile dove tutto è scritto coi miti e gli eroi del pensiero umano. C'è molta libertà fantastica nell'apparente promiscuità visionaria di questa miscellanea materica, talora accesa in scoppi d'energia e di fuoco o fluttuante in misteriose oceaniche vastità, quasi ad inseguire altre dimensiona lita, quelle infinite e sconosciute di un "oltre" che, superando il convenzionale, potrebbe non essere lontano. Il colore è sempre estremamente elegante, gestito in raffi nate bicromie nei blu, verdi e grigi di luminescenze perlacee dove il segno lavora, autorevole e colto, in raffigurazioni anche suggerite da incanti letterari. Dalla filosofi a alla letteratura, dalla poesia alla musica, la ricerca di Velasco si muove su diacronici cammini sperimentali e fondamentali verso l'essenzialità dell'appartenenza, che hanno ispirato la maggior parte dell'avanguardia artistica del secondo dopoguerra, seguendo le orme di quel pre-pensiero arcaico che tuttora regge gli statuti universali della ricerca filosofi co-scientifica. Se le visioni pittoriche dell'artista si susseguono astrattamente articolate, nella concretezza di reali fisicità, è tuttavia un itinerario tutto mentale a prevalere, una panoramica dell'anima ove il progetto neppure troppo nascosto è un ricercato nuovo equilibrio tra sé e altre ipotesi di reale, parafrasando nella proiezione dell'immaginaria odissea, fonti nuove di futuro respirabile. Ipotesi tenacemente appassionatamente inseguita, là dove l'Atlantide sommersa, vagando tra oceani e fiammeggianti lave, attende nuovi argonauti.

Aprile 2013, Bergamo


Marisa Velasco nasce in una regione nel sud dell'Argentina. Si trasferisce a Buenos Aires dove si laurea in architettura presso l'università di Buenos Aires.

Ultimati gli studi, inizia la sua pratica nella creazione grafica e pittorica, collaborando con riviste della sessa facoltà di architettura.

La ricerca, fortemente segnata e condizionata dall'esperienza nella danza contemporanea, e l'inclinazione verso un pensiero architettonico, spingono Marisa a sintetizzare in piani e linee lo spazio pittorico, con un'intenzione di purezza e spiritualità.

2020 Mostra e performance Forze segrete della natura, Cento4, Bergamo

2019 Mostra Effimero ed eterno, Associazione Generale del Mutuo Soccorso, Bergamo

2015 Mostra Delicato disordine, Libreria Incrocio Quarenghi, Bergamo

2013 Mostra La strategia del Caos, Galleria Galgarte, Bergamo

2012 Mostra Beth-Luis-Nion, Viamoronisedici, Bergamo

2008 Mostra collettiva, Municipio di Saint Paul La Coste, Francia

2007 Mostra individuale, Caversazzi, Bergamo

2003 Mostra individuale, Istituto Dante Alighieri, sede centrale Buenos Aires

1999 Mostra Ritratti del jazz, Casa del Habano, Buenos Aires e Casagrande, Uruguay